Pancho Pardi: “Solidarietà a Marco Travaglio”
La bagarre scatenata contro Marco Travaglio per le sue affermazioni a proposito di Renato Schifani nella trasmissione di Fazio può apparire stupefacente. Il giornalista si era limitato a ricordare ciò che Lirio Abbate e Peter Gomez avevano scritto su rapporti intrattenuti dall’attuale presidente del Senato con soggetti mafiosi: ad esempio la società Sicula Brokers aveva tra i suoi soci fondatori Enrico La Loggia, Renato Schifani e Antonino Mandalà, poi individuato come influente boss di Villabate. Fatti noti, registrati anche in altre varie pubblicazioni. La cui diffusione a stampa non ha prodotto querele nei confronti degli autori.
Storie narrate da giornalisti abili nella ricerca e lette da cittadini interessati a capire quanto possa essere opaca la società politica. Storie che finché restano confinate nell’ambito della stampa cartacea producono uno scandalo relativo. L’importante è che non vadano in televisione, in particolare sui canali nazionali e nelle trasmissioni di maggiore ascolto. Se ci arrivano, comincia allora il fuoco di sbarramento. Il potere sa bene che oggi la lettura attiva pesa meno dell’ascolto passivo. Che i pochi lettori sappiano non preoccupa troppo. Decisivo è che i molti spettatori televisivi vengano mantenuti in uno stato di imbambolata inconsapevolezza.
Meno stupefacente è che soggetti importanti del centrosinistra partecipino all’offensiva contro il giornalista e impongano l’atto di contrizione alla trasmissione ospite. Alti dirigenti del PD si esercitano nella consueta retorica: “Atteggiamenti come quelli di Travaglio e Santoro ci fanno perdere”. Sarà il caso di avvertirli che anche senza quelli, con una campagna elettorale dolce, abbiamo già perso, e male.
C’è una strana aria oggi nel centrosinistra. Sembra che non dobbiamo dolerci troppo della sconfitta perché l’avversario non c’è più. Uno schieramento che ha stabilito un duo-monopolio sull’informazione, confuso sistematicamente l’interesse privato con l’interesse pubblico, cambiato la legge per sgravare pochi potenti dei loro processi, provato a sfregiare la Costituzione, risulta definitivamente risanato dalla nuova vittoria elettorale, ottenuta peraltro con una legge che ha distorto in profondità il rapporto tra voto popolare e rappresentanza politica.
Non c’è più avversario. C’è solo un interlocutore con cui discutere. Per fare le cose che vuole lui?
Francesco (Pancho) Pardi da Liberacittadinanza.it
La bagarre scatenata contro Marco Travaglio per le sue affermazioni a proposito di Renato Schifani nella trasmissione di Fazio può apparire stupefacente. Il giornalista si era limitato a ricordare ciò che Lirio Abbate e Peter Gomez avevano scritto su rapporti intrattenuti dall’attuale presidente del Senato con soggetti mafiosi: ad esempio la società Sicula Brokers aveva tra i suoi soci fondatori Enrico La Loggia, Renato Schifani e Antonino Mandalà, poi individuato come influente boss di Villabate. Fatti noti, registrati anche in altre varie pubblicazioni. La cui diffusione a stampa non ha prodotto querele nei confronti degli autori.
Storie narrate da giornalisti abili nella ricerca e lette da cittadini interessati a capire quanto possa essere opaca la società politica. Storie che finché restano confinate nell’ambito della stampa cartacea producono uno scandalo relativo. L’importante è che non vadano in televisione, in particolare sui canali nazionali e nelle trasmissioni di maggiore ascolto. Se ci arrivano, comincia allora il fuoco di sbarramento. Il potere sa bene che oggi la lettura attiva pesa meno dell’ascolto passivo. Che i pochi lettori sappiano non preoccupa troppo. Decisivo è che i molti spettatori televisivi vengano mantenuti in uno stato di imbambolata inconsapevolezza.
Meno stupefacente è che soggetti importanti del centrosinistra partecipino all’offensiva contro il giornalista e impongano l’atto di contrizione alla trasmissione ospite. Alti dirigenti del PD si esercitano nella consueta retorica: “Atteggiamenti come quelli di Travaglio e Santoro ci fanno perdere”. Sarà il caso di avvertirli che anche senza quelli, con una campagna elettorale dolce, abbiamo già perso, e male.
C’è una strana aria oggi nel centrosinistra. Sembra che non dobbiamo dolerci troppo della sconfitta perché l’avversario non c’è più. Uno schieramento che ha stabilito un duo-monopolio sull’informazione, confuso sistematicamente l’interesse privato con l’interesse pubblico, cambiato la legge per sgravare pochi potenti dei loro processi, provato a sfregiare la Costituzione, risulta definitivamente risanato dalla nuova vittoria elettorale, ottenuta peraltro con una legge che ha distorto in profondità il rapporto tra voto popolare e rappresentanza politica.
Non c’è più avversario. C’è solo un interlocutore con cui discutere. Per fare le cose che vuole lui?
Francesco (Pancho) Pardi da Liberacittadinanza.it
1 commento:
mitico travaglio...vogliono metterti il bavaglio...
Vai avanti c'è bisogno di te.
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