f Nik's room: aprile 2007
  • L’ultima cera [parte terza] - Funerali di Berlusconi, presente anche Mattarella. Non si fidava. Mattarella è apparso scuro in volto. Sperava ci fosse anche stavolta Benigni. (Ma anche q...

27 aprile 2007

Gramsci 2007

Settanta anni fa, all'alba del 27 aprile 1937, a soli quarantasei anni, muore Antonio Gramsci.

« [...] non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione [...] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini»

[Antonio Gramsci, lettera alla madre, 10 maggio 1928]

25 aprile 2007

Il mio pantheon

Siccome in questo periodo in molti si sono sbizzariti disturbando personaggi più o meno noti da inserire in un ipotetico pantheon, anch'io propongo il mio.


Fusioni politiche o politici fusi?

Maurizio Crozza nella Copertina per Ballarò del 24 aprile ironizza sulle fusioni di partiti: Forza Nazionale, Italia per l'Udeur, Comunisti comunisti... Ma sono davvero questi i problemi della politica italiana?

24 aprile 2007

historia magistra vitae?

Oggi, leggendo un giornale sono stato colpito da un titolo di un trafiletto nelle pagine di cronaca locale: «La Resistenza e le nuove generazioni». Era l'invito alla presentazione di un libro. Il nuovo libro di Luciano Baroni «Se sarà un altro vivere (versi civili)», curata da Giuseppe Colangelo doveva essere un momento per ricordare il movimento della Resistenza e la festività del 25 aprile.
Con questa raccolta di versi l'autore parla di Resistenza scegliendo come interlocutori i giovani. A loro, infatti, si rivolge, spronandoli ad imparare dall'esempio di altri giovani che in un tempo non lontano e ben più drammatico seppero schierarsi contro la barbarie nazi-fascista.
In sala c'era una ragazza e io, che avevamo meno di 50 anni. Perchè? Forse aveva proprio ragione il compagno Gramsci.

L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.

[Antonio Gramsci]

23 aprile 2007

25 Aprile - Mario Pasi: medaglia d’oro al valor militare alla memoria

“Fin dall’8 settembre impugnava valorosamente le armi contro l’invasore. Ricercato dalla polizia tedesca quale organizzatore della lotta di liberazione, si arruolava nelle formazioni partigiane della montagna di cui divenne animatore fecondo e combattente audace. Commissario di brigata e poi di Zona partigiana, valoroso fra i valorosi, sosteneva durissimi combattimenti infliggendo gravi perdite al nemico. Apostolo di bene e di carità, prodigava la sua opera di medico a lenire le sofferenze dei feriti, senza mai risparmiarsi nei pericoli e nei sacrifici. Catturato per delazione, affrontava e sosteneva con sereno stoicismo le sevizie che solo la più efferata crudeltà poteva immaginare. Bastonato a sangue, con le membra fracassate, trovava ancora la forza di porre fine al martirio tagliandosi le vene, ma il bieco nemico impediva che la morte lo strappasse alla sua sadica barbarie e poi lo finiva a colpi di bastone. Il suo cadavere, impiccato per estremo oltraggio, restò esposto per due giorni e, circondato dall’aureola del martirio, fu faro luminoso che additò ai superstiti la via da seguire per raggiungere la vittoria”. Questa la motivazione della massima onorificenza al valor militare concessa alla memoria di Mario Pasi, che ha combattuto nel Veneto la sua battaglia per la libertà e la democrazia.
Pasi aveva conseguito all’Università di Bologna, nel 1936, la laurea in medicina e chirurgia. L’anno dopo aveva frequentato a Firenze la Scuola di applicazione della Sanità militare e, posto in congedo, aveva cominciato ad esercitare la professione all’Ospedale Santa Chiara di Trento. Nel 1940 il richiamo alle armi e la mobilitazione sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese. Collocato in congedo per ragioni di salute, il medico riprese il suo impegno al “S. Chiara” e in quel periodo conobbe Ines Pisoni, sua coetanea. Uniti anche dagli stessi ideali, i due giovani si separarono quando lui, comunista, entrò nella Resistenza spostandosi nel Bellunese per organizzarvi le prime formazioni partigiane, mentre Ines si impegnava contro i nazifascisti in Romagna, terra d’origine di Pasi.
Molto apprezzato per le sue doti politiche e militari, “Montagna” (questo il nome di battaglia del giovane medico), divenne commissario di Brigata, poi di Divisione e infine di Zona, alternando l’attività di direzione politica a quella di medico. Quando i tedeschi catturarono “Montagna”, rifiutarono ogni proposta di scambio e, dopo averlo ucciso ne impiccarono il cadavere in località Bosco delle Castagne.
Dopo la Liberazione, una piazzetta nel centro storico di Trento è stata intitolata a Mario Pasi, mentre a Ravenna gli hanno dedicato una scuola.


Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.

[Piero Calamandrei]

19 aprile 2007

Il sol dell'avvenir non tramonta mai

Livorno, 1921: il teatro Goldoni sede del 7° Congresso Nazionale Socialista.
Mosca, luglio 1935: l'intervento di Togliatti al 7° Congresso dell'Internazionale Comunista.
Milano, 1972: 13° Congresso del Pci. Enrico Berlinguer prende appunti.
Rimini, 31 gennaio 1991: si apre a Rimini il XX e ultimo congresso del Pci. A maggioranza decide la nascita di una nuova formazione politica, il Pds, che nasce il 3 febbraio abbandonando dopo 70 anni la falce e il martello. Achille Occhetto, scoppia in lacrime a conclusione dell'assise.
Torino, 2000: l'allora segretario Walter Veltroni parla al congresso del Lingotto dall'impegnativo titolo «I Care».
Roma, 2005: Fassino durante la sua relazione.
Firenze, 2007: curva pericolosa verso destra.

Berlusconi, parlando dei temi toccati dal segretario della Quercia, ha detto: «Se questo è il Partito democratico al 95 per cento sarei pronto ad iscrivermi anche io». «Ho sentito un’impostazione socialdemocratica che in alcuni punti è addirittura liberale . Sono anche d’accordo con la politica sociale di cui ha parlato il segretario dei Ds.»
Fututo: si può andare solo a sinistra, perchè LEFT IS RIGHT.

Per chi fosse interessato al dibattito che seguirà il congresso dei DS consiglio di visitare il blog:
A sinistra per il socialismo europeo in Trentino

Riunione di Apertura

Domenica a Rovereto prima gara della stagione outdoor 2007. Le gare importanti sono ancora lontane e pure la condizione fisica. Sarà un'ottima occasione per riprendere confidenza con le gare e un bel allenamento.
L'ultima volta che ho partecipato a questa manifestazione è stato nel 2003 (troppi anni fa): 16''5 nei 150m (2°) e 35''4 nei 300m (1°). Vediamo cosa è ancora capace di fare il nonno.

(suggerimento per gli avversari)

15 aprile 2007

Buon compleanno a Papa

Come fa a non ispirare simpatia?

10 aprile 2007

La matematica non è un'opinione. La fede invece sì.

Doveva essere un tranquillo geometra di Cuneo, o magari un ingegnere o un architetto, come il padre e gli zii. Ma nell'estate del 1969 accaddero due eventi imprevisti: l'università aprì le porte anche a chi non aveva fatto il liceo e il diciannovenne Piergiorgio Odifreddi si imbatté in Bertrand Russell e nella sua Introduzione alla filosofia matematica. «Quel libro» scherza oggi lo scienziato polemista più alla moda d'Italia «mi ha salvato la vita: se fossi diventato ingegnere, mi sarebbe toccato di lavorare».
Da allora Odifreddi, accento piemontese coltivato con cura, come la barba risorgimentale e una certa inclinazione a farsi fotografare di tre quarti, ha fatto un mucchio di strada. Fino a diventare un matematico apprezzato in tutto il mondo, un ottimo divulgatore, un intellettuale brillante ed eclettico, capace di passare dal saggio al racconto e dal racconto al teatro, un professore ingaggiato anche negli Stati Uniti. E un grande dissacratore.
Odifreddi, perché tanta ostilità verso la religione? Di solito, gli scienziati si limitano a pronunciarsi su singoli aspetti, come la fecondazione assistita o l'eutanasia. Lei invece pare un mangiapreti.
Diciamo che i laici italiani sembrano avere un po' abbassato la guardia, mentre le gerarchie cattoliche sono agguerrite. C'era bisogno di un controcanto e io ho provato a scriverlo. Non mi sento un militante ateo, come i miei amici dell'Uaar (l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti che ha in Odifreddi il suo «intellettuale di riferimento», ndr) con le loro campagne in favore dello «sbattezzo». Ma ritengo che l'influenza della Chiesa sia immensa, eccessiva, e che invada ogni aspetto delle nostre vite, come è evidente appena si guarda un telegiornale.

Con quali risultati?
La diseducazione alla razionalità. Pensiamo al mondo dei ragazzi, Harry Potter da una parte, ora di religione dall'altra. Guardiamo i programmi scolastici: non pretendo che la matematica superi ogni altra materia, mi accontenterei di un giusto equilibrio tra materie scientifiche e materie letterarie.

Perché questa irrazionalità dilagante, secondo lei, deriverebbe dal Cattolicesimo?
Perché è la più dogmatica delle religioni. Altri, come gli ebrei o i protestanti, hanno quantomeno un rapporto più stretto con il Libro, sono abituati a leggere direttamente e a interpretare. Altri ancora, come i buddisti, non sono dogmatici per nulla, la loro religione si basa sulla ricerca dell'armonia tra uomo e natura e non confligge necessariamente con la scienza. Quanto all'Islam, oggi non è certamente all'avanguardia, ma nei secoli più bui ha dato molto alla cultura scientifica. Identifichiamo la scienza con l'Occidente, ma questo non è esatto.

È per questo che ha studiato in Russia e in Cina?

Sì, volevo rendermi conto di ciò che avveniva in contesti scientifici completamente chiusi, o quanto meno separati dal nostro. È stata un'esperienza molto utile.

Esempi concreti di mancanza di razionalità?
Eccone alcuni. I nostri governanti che parlano continuamente della necessità di combattere la criminalità, la droga, l'aids. Tutte cose giuste, per carità, ma certamente non prioritarie se si guardano i numeri: in Italia muoiono ogni anno circa 600 persone ammazzate, altre 800 per aids, un migliaio a causa della droga. I morti per tabacco e alcol sono invece 120 mila, cioè 300 al giorno. Qual è, allora, la priorità politica? Il potere simbolico degli avvenimenti, per esempio l'attentato dell'11 settembre con i suoi 3 mila morti, spesso travalica la realtà. Le torri abbattute hanno cambiato il nostro modo di pensare molto di più delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki.

Ma i numeri sono davvero sufficienti a scegliere? Non è necessaria anche un'etica che indirizzi, per esempio, la ricerca medica?
La medicina rappresenta un grosso problema. È un caso molto particolare e non la si può definire una scienza. Oggi, comunque, a orientarla è soprattutto il business. E l'irrazionale viene ampiamente cavalcato anche dai medici. Un conto è essere favorevoli alla ricerca sulle staminali e alla libertà dei singoli rispetto alla fecondazione, un altro è l'accanimento per avere un figlio a ogni costo, con qualsiasi mezzo. Il lato oscuro della scienza è proprio questo, l'aspetto mercantile. Oggi sappiamo che una quota rilevantissima della ricerca è, direttamente o indirettamente, collegata alla produzione di armamenti. Un fatto drammatico, contro il quale possiamo soltanto esercitare una razionale vigilanza.

Lei ha avuto, come la maggior parte degli italiani della sua generazione, un'educazione cattolica. Come l'ha abbandonata?
Semplicemente crescendo, come quasi tutti. La religione è un modo di pensare infantile, serve a rassicurare i bambini, a consolarli contro la morte e le altre grandi paure. Ha per loro la stessa funzione che Fëdor Dostoevskij e Jean-Paul Sartre hanno per un adolescente in crisi esistenziale: poi passa. Oggi milioni di adulti si definiscono o vengono definiti come cattolici, ma soltanto perché non si pongono davvero la domanda su ciò in cui credono. Se lo facessero, moltissimi scoprirebbero di avere ben poco a che fare con una chiesa che, peraltro, non frequentano.

Le sue idee così nette in campo religioso trovano una collocazione politica adeguata?
No, non ho un'appartenenza politica. Sono stato molto a sinistra quando questo aveva un senso, e ancor oggi non mi riconosco in alcuna forza parlamentare. Anche in questo campo, comunque, si tende a rileggere la storia in un modo che non condivido. Il fallimento dell'Unione Sovietica ha azzerato l'idea comunista, ma il Medioevo non pare aver lasciato ombre sul Cattolicesimo.

Torniamo alla matematica, una disciplina che ha un'immagine difficile, astratta, respingente… Alcuni divulgatori, come lei, provano a farla diventare attraente. Ma come?

Spiegando che si tratta semplicemente di un linguaggio, certo complesso ma comprensibile e applicabile in molti campi. Dalla pittura, dove grandi artisti come Leon Battista Alberti e Piero della Francesca l'hanno utilizzata per introdurre la prospettiva, alla musica, con i canoni di Johann Sebastian Bach, che provo inutilmente a studiare al pianoforte. Scrittori come John Coetzee arrivano dalla matematica, che affascinava profondamente anche Italo Calvino. La matematica serve a ragionare, a tenersi alla larga dalla magia, o quanto meno a non farsene influenzare troppo.

Lei oggi insegna all'Università di Torino, scrive saggi teorici e libri per tutti, come «Il matematico impertinente», intervista ed è intervistato. Non ha paura che troppa visibilità le impedisca di studiare?
A impedirmelo sarà più semplicemente l'età. La matematica è impegnativa, richiede una mente da atleta, dopo una giornata di calcoli e di equazioni sei esausto. In questo senso è meglio dedicarvisi da giovani. Dopo la si può insegnare, spiegare, e si può continuare a godere della sua eredità più importante: una mente improntata alla logica. Del resto anche da bambini la matematica è ardua: le capacità in questo campo si sviluppano solo verso i 13, 14 anni, e apparentemente più tra gli uomini che tra le donne. È impossibile insegnarla «a orecchio», occorrono tecnica e concentrazione. Insomma, tra le altre cose, questa scienza ci dimostra che esistono tanti tipi di intelligenza diversa.

Se avesse fatto un altro mestiere, che cosa le sarebbe piaciuto?
Diventare ministro dell'Istruzione. Ma è un rischio che non corriamo né io né gli italiani: per farlo bisogna essere democristiani.

Alla fine chi la spunterà, i preti o gli scienziati?
Dati i problemi del pianeta, come la scarsità di energie, c'è la possibilità che la civiltà tecnologica finisca prima della religione. Personalmente, non condivido il tono di certi catastrofismi ambientali e non sono contrario al nucleare, che oggi appare come la più efficace tra le fonti rinnovabili. Ma credo che questi problemi vadano affrontati a livello mondiale. E mi irritano certe nostalgie bucoliche del bel tempo che fu, quando si stava così meglio che la vita media durava 35 anni.

Come fa un matematico a innamorarsi?
Non ha nessuna difficoltà, basta che usi la parte non razionale del suo cervello, che in genere è un buon 50 per cento. Chi lo sa, forse l'amore coinvolge invece una razionalità più profonda che ancora non conosciamo. Ma va benissimo così.

di Vera Schiavazzi

09 aprile 2007

Le spleen de Paris

Mais qu'importe l'éternité de la damnation à qui a trouvé dans une seconde l'infini de la jouissance?
What matters an eternity of damnation to someone who has found in one second the infinity of joy?
Ma che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, in un secondo, l'infinito del piacere?

[Charles Baudelaire]

06 aprile 2007

Buona Pasqua?

Quanto (poco) mi mancava l'Italia

Dopo una settimana all'estero avevo il bisogno di informarmi di quello che era successo in questi ultimi giorni nella nostra pazza Italia. Cosa c'è di meglio che vedersi cosa ci racconta Maurizio Crozza nella Copertina per Ballarò del 3 aprile?
Consiglio questo video solo a chi è forte di stomaco: a un certo punto appare Gasparri.

05 aprile 2007

Viste di Amsterdam


Le foto che un turista ad Amsterdam non farebbe mai:




E poi per chi avesse qualche dubbio sulla metà del mio viaggio ecco qualche foto "tipica":

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