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16 maggio 2007

Alle ultime elezioni noi cittadini siamo stati costretti a votare per liste bloccate. Lo imponeva la «porcata» della legge Calderoli. Non abbiamo potuto scegliere i nostri candidati, che sono invece stati scelti solo dalle dirigenze di partito. Già prima del voto si sapeva chi avrebbe fatto parte del Parlamento e solo su un´esigua minoranza rimaneva l´incertezza. Ora i partiti che si erano adattati di buon grado a quella pessima legge dicono di volerla cambiare.
Ma non una sola tra le proposte che circolano permette l´esercizio della volontà popolare. Un comitato composto da esponenti dei due schieramenti raccoglie le firme per un referendum abrogativo che peggiora la legge. In nome del bipolarismo trasferisce il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista che prenderà più voti. Così noi cittadini per impedire la sconfitta della nostra coalizione saremo costretti a votare la lista, bloccata, che ha maggiore possibilità di successo e dovremo così rinunciare all´espressione di un voto critico e indipendente.
I referendari sostengono che questa forzatura serve a costringere il Parlamento a scrivere una buona legge. Ma le proposte che in aula raccolgono i maggiori consensi sono peggiori della legge vigente. Ingannano il popolo promettendo la riduzione del numero dei parlamentari (cosa che i parlamentari stessi non voteranno mai), rendono necessarie modifiche costituzionali, come il premierato, che abbiamo appena bocciato con il referendum costituzionale e ci costringono di nuovo a votare per liste bloccate. I partiti vogliono imporre il loro monopolio della rappresentanza politica.
Noi cittadini che abbiamo salvato la Costituzione nel referendum dell´anno passato vogliamo scegliere in libertà e autonomia chi ci deve rappresentare in Parlamento. Vogliamo poter dire SI a qualcuno che ci convince e NO a qualcuno che non stimiamo. I partiti svolgono un ruolo decisivo nella democrazia ma ciò non dà loro il diritto di sequestrare l´esercizio della volontà popolare.
La formazione delle liste elettorali deve essere fatta con il concorso dei cittadini interessati: le primarie non possono riguardare solo l´indicazione del premier ma devono anche e soprattutto selezionare le candidature nei collegi. Le liste devono essere aperte.
Se queste elementari libertà saranno negate, i partiti sappiano che le loro possibilità di successo sono appese a un filo. I cittadini che, più o meno convinti, li hanno sempre votati la prossima volta potranno dire: NON VOTO SE NON SCELGO.

2 commenti:

Simona ha detto...

Riforma indispensabile. Urgente. "Prioritaria".
Votare un partito e non una persona puzza di regime.

ernesto ha detto...

Commento qui, sopra non c'è posto. Ma se non ci sono altri errori e l'unico errore sta nella frase "Questo blog contiene almeno un errore", allora la frase stessa non è più un errore, perché, avendo riconosciuto se stessa come errore, dice la verità, ma appena dice la verità torna a essere un errore, e poi di nuovo vera, e poi di nuovo errore... insomma non ci capisco più niente.

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