f Nik's room: A futura memoria
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17 aprile 2008

A futura memoria

Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse i socialisti e i comunisti erano esseri umani come gli altri, salvo per una loro credenza: erano convinti che fosse possibile costruire una società diversa, nella quale tutti sarebbero vissuti decorosamente, senza grandi differenze e con i medesimi diritti e doveri...

5 commenti:

Mio ha detto...

Già e tanto per cambiare aggiungerei non con parole mie:
"... Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso.
Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. ..."

G.G.

PS: Nicola, non parleròpiù di lui preomesso! ;)

Unknown ha detto...

Questo è ancora uno spazio libero...

Simona ha detto...

Qualcuno si diceva più o meno di sinistra per avere una seggiolina in Parlamento. Non ho visto niente "di sinistra" negli ultimi anni. Forse si è fatto di tutta l'erba un ... fascio?

Unknown ha detto...

voglio dire solo che la società sta cambiando, non spetta a me dire se in meglio o in peggio e nemmeno dire se quella di prima era la migliore.
Ci si avvicina alla morte degli estremismi, sia di sinistra sia di destra.
Una società con due schieramenti con idee simili, tipo stati uniti, democratici e repubblicani, con anche partiti territoriali, più attenti ai problemi locali.


riprendo questo passo:

Senza confini
di Luigi Pintor

La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno. Non credo che lo facciano per opportunismo e che sia imputabile a singoli dirigenti. Dall'89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro riferimenti e sono passati dall'altra parte. Con qualche sfumatura. Vogliono tornare al governo senza alcuna probabilità e pensano che questo dipenda dalle relazioni con i gruppi dominanti e con l'opinione maggioritaria moderata e di destra. Considerano il loro terzo di elettorato un intralcio più che l'unica risorsa disponibile. Si sono gettati alle spalle la guerra con un voto parlamentare consensuale. Non la guerra irachena ma la guerra americana preventiva e permanente. Si fanno dell'Onu un riparo formale e non vedono lo scenario che si è aperto. Ciò vale anche per lo scenario italiano, dove il confronto è solo propagandistico. Non sono mille voci e una sola anima come dice un manifesto, l'anima non c'è da tempo e ora non c'è la faccia e una fisionomia politica credibile. E' una constatazione non una polemica.

Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno spirito della sinistra si manifestano. Ma non sono anche su scala internazionale una potenza adeguata. Le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole, sono retrodatate rispetto alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive. Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni, divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma non ancora di agire. Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro confine e stabilire una estraneità riguardo all'altra parte. Destra e sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano questo confine. Anche la pace e la convivenza civile, nostre bandiere, non possono essere un'opzione tra le altre, ma un principio assoluto che implica una concezione del mondo e dell'esistenza quotidiana. Non una bandiera e un'idealità ma una pratica di vita. Se la parte di umanità oggi dominante tornasse allo stato di natura con tutte le sue protesi moderne farebbe dell'uccisione e della soggezione di sé e dell'altro la regola e la leva della storia. Noi dobbiamo abolire ogni contiguità con questo versante inconciliabile. Una internazionale, un'altra parola antica che andrebbe anch'essa abolita ma a cui siamo affezionati. Non un'organizzazione formale ma una miriade di donne e uomini di cui non ha importanza la nazionalità, la razza, la fede, la formazione politica, religiosa. Individui ma non atomi, che si incontrano e riconoscono quasi d'istinto ed entrano in consonanza con naturalezza. Nel nostro microcosmo ci chiamavamo compagni con questa spontaneità ma in un giro circoscritto e geloso. Ora è un'area senza confini. Non deve vincere domani ma operare ogni giorno e invadere il campo. Il suo scopo è reinventare la vita in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste.

Mio ha detto...

"La società sta cambiando..." Ma cosa vuol dire? La socità cambia sempre ed è sempre cambiata ma nella superficia non nei pricipi fondanti. possiamo dire che i principi della rivoluzione francese sono ora dei non principi? Si naturalmente, ma a patto che ci si faccia a finta di non avvalersene quando in realtà li si usa tutti i giorni! Ed i principi costituzionali, tanto per restare a casa nostra e cambiare (giusto un po' periodo)? La risposta è naturalmente SÌ ma alle medesime condizioni di cui sopra. La società è lo specchi di una evoluzione che parte dalle medesime basi in tutto il mondo, di qui l'internazionalizzazione, ma che nelle diverse parti del mondo assume connotati differenti grazie alle diverse esperinze provate nella sua vita nazionale. Chi dice comunista non dice niente di male, è estremismo? Lo può essere ma non necessariamente, perchè sulla pelle la società ha le scottature di dittature che non vuol far riemergere.
Inoltre non concordo con il fatto che gli estremismi sono morti,la exnofobia della Lega e il capitalistico e del dio mercato del PdL cosa sono?
Chi parla di idee simili parla di omologazione, chi è omologato non è diverso quindi la società più che cambiare rimane sepre più uguale a se stessa nel suo viaggio di non-ritorno veso la fine della sua civiltà.

Roberto

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